In una piovosa e fredda domenica ligure trascorsa in quel di Savona, ricevo per il secondo anno il Premio Pennacalamaio, patrocinato da Comune e Provincia di Savona, questa volta per la raccolta "Storie del Domani, del Forse e del Mai".
Mi piace riportare integralmente la generosa motivazione del Premio, scritta da Carmen Parodi, facente parte di una giuria tutta femminile: "Quattro racconti, immersi in un clima coinvolgente, fra il surreale, l'assurdo, la fantascienza e il noir, in cui si salva la convinzione che l'uomo possa comunque perseguire il bene, anche nei momenti più tragici della vicenda umana. Daniel de 'La profezia' salva la propria famiglia dall'ecatombe dell'11 settembre. Bella la convinzione che ognuno di noi abbia una precisa responsabilità nella vita dell'intero genere umano, proiettata nel più lontano futuro. Ne 'Il processo' assistiamo alla 'ribellione' del genere umano di fronte alla dilagante prepotenza dell'avanzata e sempre più raffinata robotica in una divertente azione giuridica contro 'l'assassino' di un androide superdotato. Altrettanto surreale il clima de 'L'inviato': un filo unisce nel tempo e nello spazio le vicende dell'intera umanità e si dipana, si intreccia sotto l'attenta supervisione di un laboratorio cinese! E che dire de 'I guardiani del tempo'? Esseri apparentemente emarginati, anzi negativi agli occhi della 'normale' umanità, sono al contrario scelti per 'salvare' gli essere umani nei momenti più tragici, permettendo un valido recupero dell'esistenza della civiltà, talvolta incomprensibile, ma comunque indirizzato al meglio per gli uomini, al di là e al di sopra delle apparenze."
Mi piace riportare integralmente la generosa motivazione del Premio, scritta da Carmen Parodi, facente parte di una giuria tutta femminile: "Quattro racconti, immersi in un clima coinvolgente, fra il surreale, l'assurdo, la fantascienza e il noir, in cui si salva la convinzione che l'uomo possa comunque perseguire il bene, anche nei momenti più tragici della vicenda umana. Daniel de 'La profezia' salva la propria famiglia dall'ecatombe dell'11 settembre. Bella la convinzione che ognuno di noi abbia una precisa responsabilità nella vita dell'intero genere umano, proiettata nel più lontano futuro. Ne 'Il processo' assistiamo alla 'ribellione' del genere umano di fronte alla dilagante prepotenza dell'avanzata e sempre più raffinata robotica in una divertente azione giuridica contro 'l'assassino' di un androide superdotato. Altrettanto surreale il clima de 'L'inviato': un filo unisce nel tempo e nello spazio le vicende dell'intera umanità e si dipana, si intreccia sotto l'attenta supervisione di un laboratorio cinese! E che dire de 'I guardiani del tempo'? Esseri apparentemente emarginati, anzi negativi agli occhi della 'normale' umanità, sono al contrario scelti per 'salvare' gli essere umani nei momenti più tragici, permettendo un valido recupero dell'esistenza della civiltà, talvolta incomprensibile, ma comunque indirizzato al meglio per gli uomini, al di là e al di sopra delle apparenze."
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